Patrimonio immateriale e sviluppo sostenibile
L'enorme quantità di pratiche, tradizioni e riti appartenenti al settore dell’agro-alimentare è stata progressivamente riconosciuta come parte integrante e vivace del patrimonio immateriale delle comunità situate in ogni continente, anche in quanto rappresentative di forme di interazione compatibili tra uomo e ambiente, contribuendo ad arricchendo la Convenzione del 2003 con elementi che forniscono esempi di approcci di sostenibilità e, al tempo stesso, testimonianze del presente in grado di offrire fornire indicazioni per il futuro.
Questa tendenza è stata confermata durante le sessioni di lavoro del Comitato intergovernativo della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale e abbraccia il grande contributo assicurato dai principali attori a livello nazionale e locale: comunità, maestri e portatori delle pratiche, Autorità e ONG, università, centri e istituti di ricerca, che hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo della nozione di patrimonio immateriale e delle sue misure di salvaguardia, come anche istituzionalmente riconosciuto attraverso l'accreditamento di esperti e ONG per assicurare il loro sostegno altamente qualificato al Comitato.
L’accento su sicurezza alimentare, pratiche agricole, sviluppo sostenibile e relative dinamiche sociali venne confermato nel giugno 2016 come uno degli aspetti fondamentali della Convenzione. Durante la sua 6° sessione di lavoro, l’Assemblea Generale degli Stati parti un nuovo capitolo delle Direttive Operative sulla "Salvaguardia del patrimonio culturale intangibile e lo sviluppo sostenibile a livello nazionale" la cui attuazione rappresenta una delle principali sfide per gli anni successivi, in linea con gli indirizzi ONU in materia.
Il Capitolo VI fa riferimento, ad esempio, al patrimonio immateriale "come driver e garanzia di sviluppo sostenibile, per mantenere un equilibrio tra le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (economico, sociale e ambientale)” e sottolineando la “natura dinamica del patrimonio culturale immateriale nel sia il contesto urbano che quello rurale” (par.170). Il nuovo capitolo include tra i campi di indagine e di azione della Convenzione lo sviluppo sociale ed economico inclusivo, e la sostenibilità ambientale, spronando gli Stati parte a "riconoscere, promuovere e valorizzare l'importanza del patrimonio culturale intangibile come risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile" anche attraverso "studi scientifici e metodologie di ricerca" in particolare "volte a comprendere i contributi del patrimonio culturale intangibile allo sviluppo sostenibile" (par. 174 e 175).